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domenica 1 dicembre 2019
venerdì 15 novembre 2019
L'UCCELLINO CIECO
Accoccolarsi nella mano che schiude una serratura
con ingenuità scambiarla per un rifugio sicuro
confondere una massa grigia, (ombrello, ala?)
scrutare la pelle ricamata di speranza e poi fidarsi...
Solo un piccione cieco lo può fare
solo una vecchia illusa lo può accogliere.
Nella zuppa autunnale si mischiano
improbabili risoluzioni, vedute ed equivoci.
Non c'è spazio per voli in diagonale
nel groviglio di toni grigi che scorrono nelle vene.
Si può solo deporre la tenerezza su un ramo alto,
guardare con meraviglia lo sbattere d'ali
insicuro ma sincronico
di un povero uccellino di novembre
confuso dalla pioggia...
martedì 22 ottobre 2019
Tutti mentono
So che tutti mentono, qualcuno in modo lacerante, qualcuno innocente come un respiro costruisce frasi-grovigli che si alternano tra esalazioni e indugi d’essere.
E sembrano senza peso certe parole, fulmini luminosi alcuni gesti, ma la mente, i denti,
le labbra, conoscono la grande risata del disincanto che colora il tramonto schiudendo verità banali.
Non è mia la verità, non è mio ciò che ambisco essere, e nemmeno a me appartengo.
Però tutti, quando si sorridono e mentono vivono un meraviglioso alternarsi di buio e luce.
sabato 19 ottobre 2019
L'EREMITA
Di lui, dicono dormisse sulla roccia
ma il letto di sabbia ha ombre, impronte
e attorno ci sono tonfi selvatici e spinosi
urla di lupi e un ruscello
gorgogliante preghiere.
Una corda a nodi grossi mi aiuta a salire
l’ enorme pietra rotonda
fa scivolare indietro ogni vita.
C’è del calcare sulla roccia
e acqua piovana, non certo lacrime.
L' assenza di conflitti è pura gioia o anestesia?
Ci si sfinisce a
volte
cercando di reinventarsi
alibi d’infinito e nuovi bisogni
come fosse il primo passo d’addio
alla meraviglia irripetibile di questo esistere...
La statua antica illuminata d’ocra e cava
ha occhi spalancati e sereni.
Non ha freddo
non ode preghiere
ignora emozioni e sorrisi.
E' flessa
però i suoi occhi sono rivolti al cielo…
16/10/2019
giovedì 10 ottobre 2019
SOLO
Quanto tempo è rimasto solo?
Quanto tempo gli sarà servito per decidere di annullarsi?
Quanto tempo per scegliere la corda, per assicurarsi che il cappio fosse stabile, col nodo ben fatto?
Quanto avrà atteso che qualcuno insospettito dal silenzio o dal sottile rantolo dell’agonia, cercasse di entrare?
Solo e inascoltato. In mezzo ai compagni allegri di vita e di scherzi.
Solo. Accanto a padre, madre.
Solo, mentre la sorella giocava.
Solo. Senza nemmeno il sentore e il conforto della volontà superiore che decise l’origine e il divenire del mondo, padre o madre, chissà!
E sempre solo nel gioco infinito e ipnotico della pallina da inseguire nel cellulare venuto anch’esso a noia.
Senza accorgersi della madre che rispettava i suoi silenzi, perché se voleva smussarli lo infastidiva.
Ancora solo, oggi che uno scampanio cupo richiama adulti e ragazzi verso un abbraccio emotivo atteso invano da vivo.
Solo e al centro, circondato da rimpianti, rimorsi e lacrime di chi resta, sconvolto e attonito. Al centro, ora che vibra soltanto pace.
Ora che dall’altra dimensione non è più solo, amalgamato all’anima del cosmo, ora si, può perdonare questo mondo imperfetto, incapace di calore.
Dedicato a G. 14 anni suicidatosi il 24/9/2019
lunedì 7 ottobre 2019
NOTTE
Notte,
non bianca né colorata.
Notte e riflessioni, fragili come stelle brillanti.
Oggi
è questo per me la notte. Anni luce fa, era eccitazione, una non luce complice
di trasgressioni e divertimento.
Era
un giorno con l' abito blu.
La
notte cammina con il nostro mutare, a volte si impone prepotente, a volte ci fa
compagnia rendendoci fuochi fatui...
martedì 17 settembre 2019
RITARDI
Inghiottendo
ipocrisie
galleggerà
l’ombra spezzata
dal
fiume all’erba?
Quanto
tempo servirà per alzarsi
uccidere,
misurare tracce e distinguere
i morti
soffocati dagli annegati
fra
sabbia, insetti, e giornali?
Quanto
per sognare voli
quanto
per camminare in acqua
lasciando
impronte?
Fare un
cenno d’amicizia
sedersi
a un tavolo, odorare pesce
inghiottire
vino e molluschi al limone
o
rigirare gusci immaginando
perle
paglierine si potrà ancora?
Si,
svanirà il tempo sospeso di gocce velate
e di
consigli per consolarsi.
Svanirà,
perché al sole anche il dolore
riluce
sul ciglio della strada.
Passerà
anche l’estate pazza
l’autunno
dominante e l’inverno mortifero.
E si
vivrà ugualmente tra poveri famelici
e ventri
sazi.
“Si può
forse ritardare la primavera?” (*)
(*)
l’ultimo verso è di Percy Bysshe Shelley
giovedì 12 settembre 2019
FIAMMATE
A volte mi abita la strage
così elargisco falsamente candida, a piene mani
argomenti cupi.
e attendo repliche vacue, virtuose
da scuotere come uno straccio.
Perché lo faccio?
Forse per ascoltare smentite
conferme, fiammate di soavi paradisi
sconosciuti alla memoria.
Così, resto chiusa da una frotta di dolore
impaziente di trovare compagni di viaggio
dall’allegria stabile.
Forse il mondo è ancora buono
forse nessuno recita appeso a un filo
di miserabile rassegnazione…
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