LETTORI FISSI

domenica 2 giugno 2019

SPIRAGLI



Madre e figli, tessiture complicate
nuvole di tempo
che si dissolvono in pianto, grandine
o neve
regole affidate dalla vita
seppellite pian piano
incendiate dall’assenza.

Tu abiti nell’alveare
delle mie abitudini e dottrine
io in un debole spiraglio del passato.

giovedì 2 maggio 2019

POI




Poi la rinuncia diventa dolce
santità giustificata
ricorda il disfarsi dei semi
nel passo fondo, verso l'acqua
a primavera.

Poi sai che non c'è motivo
per essere amati
né per essere odiati o dimenticati
e sai che unisce più la voglia di guerra
che quella dell'amore.

Poi c'è l'allegria
che sospende
la traduzione del commiato imbarazzato
e tende la mano
allo spazio vuoto che scintilla...

venerdì 12 aprile 2019

MELODIE dallo specchio IMPERFETTO



Mi accoglierai alla fine di questo sentiero indecifrabile?

la mia sostanza di radice polverizzata
nel tuo ciclo di vertigine infinita
 si riunirà al mio spirito?
Oppure viaggerò per sempre al buio?
Porterò con me i miei segreti, la mia ombra ricamata di pace
o forse verrò   trasformata in una scintilla ardente
per lungo tempo?
So che mi attende un viaggio di cui nulla serberò
né i passi senza paura, né fame o sete nel tempo senza fine
ma forse  suonerò l’arpa eolica
e sarò anch’io respiro, musica  innocente
 soffio,  movimento infinito dell’universo.

 E anche se l’abito di carne si sfalderà
sotto le pungenti dita della tua volontà
che diverrà mia
io, quantica melodia d’amore immortale
 oserò dirti  il mio infinito dubbio.
Allora forse mi  dirai  se riuscirai un giorno a riunirti,
a ricongiungerti in una sola volontà
senza sentirti solo,
senza la nostalgia di noi umani
infelici e inquieti
perché sei Tu che ci hai voluto smemorati e feroci
distruttori e creatori, infidi e buoni.
Noi  la Tua immagine,
noi  che siamo  il tuo specchio imperfetto…

giovedì 14 marzo 2019

FAMIGLIA E NEURONI SPECCHIO





Recentemente alcune regioni stanno adottando provvedimenti per promuovere e sostenere le famiglie.

Io credo che la famiglia intesa come unione di persone che condividono con amore gioie, prosperità e difficoltà, sia il vero stabile mattone della società civile. Una forza che lega individui accrescendone valori etici e morali. Una famiglia può essere composta anche da persone dello stesso sesso. Anche gli animali avrebbero diritto ad esserne riconosciuti come membri effettivi.

Strada facendo la famiglia si amplia naturalmente con i figli trasmettendo (almeno dovrebbe essere così) opposte sensibilità che si completano, vale a dire le basi complete del vivere civile.

I bambini assorbono come spugne tutto ciò che avviene nella famiglia e si comporteranno di conseguenza da adulti. Le famiglie composte da persone dello stesso sesso, però, trasmettono come naturale ciò che naturale non è. Due femmine o due maschi non possono procreare ma possono forse annullare l’ impulso della replica della specie. Non solo le comete o avvenimenti catastrofici possono annullare l’ umanità, ma anche la mancata attrazione verso un sesso diverso.

A questo proposito numerosi studi hanno dimostrato che sia negli animali che negli uomini esistono i neuroni specchio che si attivano sia quando si compiono o si vedono compiere determinati azioni. Vi sarà quindi una replica delle azioni ritenute logiche, naturali.

Nelle famiglie in cui vige violenza o l’ assoluta libertà per assunzione di droghe o altro, si trasmetterà come normale questo comportamento

Per questo senso dell’ imitazione nelle famiglie e non (tv, cinema, ecc.) siamo arrivati a mostruosi comportamenti anormali:
bullismo, omicidi, dipendenza da droghe e alcool, ecc.
Gli uomini non hanno inventato la famiglia e nemmeno le comunità.

Gli animali apparsi prima di noi hanno molto da insegnarci sulle regole di solidarietà, confini territoriali, difesa del loro territorio e naturale riproduzione della specie.
Sarebbe auspicabile che non vi fosse confusione tra la giusta libertà individuale e l’ annullamento delle regole naturali e morali…

giovedì 7 marzo 2019

LE REGOLE DELLA CROCE



Le regole della croce
conoscono il vento dell’infanzia
gli odori teneri dei bambini
il buio secco della dispensa sicura
e quello strano del pozzo
che custodisce la luna.

Ti ho sognata sai, tu eri l’angelo
che porgeva il fiele per farmi guarire
me lo mettevi sugli occhi, nelle orecchie
ovunque.

I tuoi esempi erano gesti teneri
e parole dure non raffinate
erano semi in un sacco
grano da sbriciolare per saperne cogliere
nutrimento ed energia.

Da bimba vi tuffavo le mani
alcuni li assaggiavo, incollavano la lingua
suggerivano prudenze, parole sottili
silenzi da inghiottire. Poi strada facendo
li ho tutti dimenticati.

venerdì 15 febbraio 2019

Viaggiando








Un cartello indica il limite di velocità
fermo l'auto, mi appoggio al vetro
si rivela improvviso il verde
il volto nascosto delle cose mi fa tremare.

Arrivata piano alla verità,
ora bisbiglio odore di neve.
In certi momenti diventi enorme
mi assorbi interamente
come fossi una piccola cellula
eppure sei nato tu da me.

La tua assenza è amore che si trasforma
malinconia, che una lente ingrandisce.
La strada si apre improvvisa
tra righe stampate di bianco
interrotte da nastri rossi e stop intristiti.

PROFILI DI RAME



C’è un lato di me che preferisco
che porgo sempre alle foto
coniato da antiche simulazioni
vincolato a essere luna.

Lo sguardo sfugge a un mondo
che dimezzato appare migliore.
Adora il lato l’occhio spalancato...
A lato sfuggono dispetti e smorfie
le parole altrui sono udite flebilmente
a lato scivolano pericoli
nessun nemico intimidisce
nessun amore inibisce
nessuna morbosa curiosità invade
e il rossore al volto deturpa solo a metà.

Di lato il piede ammicca a sentieri invitanti
la vita sfuggente condona commenti
a profili forgiati su medaglie di pietra e rame.

L’occhio spalancato su un lato ha la pelle intatta
il resto negato e tenace residua in ombra.
Se anche ci fosse la luce di un faro
la parte oscura è solo immaginaria, invisibile
e atttrae...

granito

Granito


Qui intorno in apparenza, non c’è 
nessuno
ma io so che mille occhietti puntuti 
mi guardano
sono spilli conficcati 
nei miei movimenti
Sono volti 
incastrati nel pavimento

Nel silenzio della notte,  solo 

il  mio sangue scorre
un rombo e nella retina ho disegni fantastici
vischiose geometrie
il respiro è lento, la pelle calda, la lingua arsa
vorrei solo acqua
un equilibrio gradevole come una coperta liscia
si adagia su di me

Sazia di ciò che ho inghiottito, la 

fame è lontana.
ma una campana batte la mezza ora
e la divisione riappare,
il giorno diviso dalla notte
il letto da un posto vuoto
i  ricordi penosi di questo mio vivere rallentato
nel prima e nel dopo.

Solo con la volontà di un tocco

riavrò la luce, ma le dita ancora 
dormono…