LETTORI FISSI

giovedì 4 ottobre 2018

PUNTI LUCE





Senza dirmi nulla
hai levato anche l’impronta delle cose da salvare.
L‘impotenza mi solleva  in uno strano ribollire d’acqua
quasi vi fosse una sorgente
invece è solo il passo veloce di agili indifferenze
io non ho paura, anche se non ho più nulla.

La mia morte è invisibile
si nutre di profili sovrapposti  che si fondono
e guardano il vuoto, di numeri spaiati 
che restano in ombra
punti luce che sollevano forme acuminate.
La realtà ha bisogno d‘essere intuita.

giovedì 6 settembre 2018

SEGNALI DALLA STATUA



Il cuore. Tu mi fai segno restando immobile, pieno di luce
Tu così stabile, fatto di marmo, curve e pazienza.
Indichi il cuore.
Anche il vecchio storto che ho incontrato in Via Emilia, ce l’ha.
E batte tra odori d’urina e scarpe scalcagnate, il cuore.
Ma il mio piange di pena, così incapace di allungare una mano,toccare
abbracciare.
Il disgusto provato mi si riversa dentro.
Per alcuni è un tormento la vita, è solitudine, per altri impotenza d’essere buoni. E resto qui, sola, con la pace intorno che però è distanza.
Chi mi salverà?
Un suono, un sms mi avvisa dell’avvenuta ricarica. Il grido interiore che non esce, della mia miseria, di quella vita cresciuta in poche mosse che malgrado palpiti paurosamente è invincibile.
Quando mi avvio mi accorgo di foglie che ondeggiano, di raggi di luce che vibrano e ascolto sorpresa la voce gioiosa di un piccolo bimbo, che strappa ridendo una pianticella cresciuta in un tombino.


lunedì 3 settembre 2018

FRAGILITA'





Il richiamo dell'odio è una catena spezzata solo dalla consapevolezza
d'essere fragile umanità...









Ragno vespa: per attirare la preda usa la curiosità con una tela particolare. 19agosto18

domenica 26 agosto 2018

A mezza estate



Tra agosto e settembre
c'è un'aria tremula al mattino
le assenze sono più vive
e già si odono spari.

Settembre è ancora futuro
l'uomo  ancor più minaccioso
e resta invisibile.
La mia età ha cerchi concentrici
giri d'ape inferocita...


mercoledì 13 giugno 2018

DISSOLVENZE IN NERO




In dissolvenza incrociata
l’ultimo lamento si confonde col primo vagito
spirale immortale di vita, onde
che si allargano inarrestabili nell’universo.

E’ presente in ogni istante la morte d’estate
piccole ali, piccoli cuori
sfidano ebbrezze di libertà assolute
comportamento frattale
di una umanità ansiosa di estasi.

Uno schiaffo all’aria e la mosca cade
un passo in più e muore la formica
un bicchiere di troppo e la vita sembra migliore
fino alla prossima curva.

Quelli muoiono tra zampironi e vape
gli altri deformando l’argento opaco
di un guard rail che li attira.
Sonnecchia la morte in attesa
di regalare l’ultimo brivido
nel mistero della nostra esistenza
in bilico tra incoscienza e certezze immanenti.

Si perdono così i figli
In uno schianto di cuore e metallo nero
tra il sudore di effimere attese
e l’ostinato silenzio delle stelle...

mercoledì 23 maggio 2018

LA SOGLIA





Nel gioco di sguardi
l' attimo impareggiabile
un solo istante in cui colori-pensiero
invadono la soglia.

Mi vedi? Sono a un passo
dall’uscita
sono il profilo scuro
in controluce
nella sala vuota.

Oltre i tendaggi che chiudono saluti e sorrisi
divento statica immagine, sfinge
con l’occhio fisso che si abbaglia
di vuoto e  musiche  lontane.

La fedeltà alla gioia
ha le ombre del crepuscolo
i palmi sugli occhi un buio necessario

Chissà se  domani  vedrò di nuovo, nitidamente
colori, germogli e fiori…

sabato 5 maggio 2018

NARCISO



RICUCITURE
Sono malata di niente.
Una  terrificante nostalgia
vaneggia a quaranta gradi
e sull’acqua grande, arrossa
come un tramonto rappreso sui pioppi
L’argine si sgretola ogni giorno
per ricucirsi di notte.
La sonorità del fiume è un punto esclamativo
che si trasforma in domanda.
Un sorriso ora
potrebbe valere più di ogni altra cosa…



























NARCISO
Non mi somigli, narciso
tu sprofondi nella pozzanghera
fino al centro del fuoco
La tua calma di traliccio
ha ucciso il mio tempo
e tra le mani ho sillabe scure
che tuttavia  fioriranno 
in nuove pacificazioni.


sabato 31 marzo 2018

L'INGANNO



Alla mia amata Eli

Lei si fidava. Ha appoggiato tranquilla il suo musino triste nella mia mano, e si è addormentata. L’ago non ha infierito con altro dolore,
Tre farmaci, per tre stadi di coscienza. Il  calmante,  poi l’anestesia e il farmaco letale  hanno bloccato il suo cuore. 
Quel cuore gioioso e pieno di vita che mi aveva scelto, diciotto anni prima, si è arrestato, ad occhi aperti.
Lei si fidava, seguiva la mia ombra, il cenno della mia mano che invitava, la voce che guidava.
E io che non mi sapevo memoria e ora mi sento pioggia, scivolo nelle cose incompiute e negli anniversari.
Ho scavato il giardino, ho rotto radici e ho atteso che il suo gelo ne confermasse la  morte.
Era freddo il suo corpo biondo che si ribellava alle cure, serrati i suoi denti sull’ultimo gemito.
Spento all’ultima carezza il suo mugolio felice, così strano che sembrava  il ronfare di un gatto. 
Spenti nella cecità gli occhi adoranti e lo sguardo triste se la sgridavo.  Lontane le corse pazze in campagna inseguendo lepri e fagiani.
Lei si  fidava e io ho deciso, di non  lasciarle più  gridare il dolore, di fermare il sangue che l’abbandonava  e di piangere la sua impotenza a muoversi.
Di coprire di terra fertile il suo piccolo corpo.
Di piangere la necessaria crudezza del sentirmi Dio per un istante.
E vorrei sapere se mi ha perdonata, se nell’altra dimensione mi aspetterà e riconoscerà.
Lei si fidava, e io l’ho tradita e vivo.
Come l’erba che ha paura ma sa che si ergerà  ancora dopo essere stata schiacciata.
Vivo come  si vive dopo i grandi dolori che umiliano e addolciscono…
30/3/2018