Inghiottendo
ipocrisie
galleggerà
l’ombra spezzata
dal
fiume all’erba?
Quanto
tempo servirà per alzarsi
uccidere,
misurare tracce e distinguere
i morti
soffocati dagli annegati
fra
sabbia, insetti, e giornali?
Quanto
per sognare voli
quanto
per camminare in acqua
lasciando
impronte?
Fare un
cenno d’amicizia
sedersi
a un tavolo, odorare pesce
inghiottire
vino e molluschi al limone
o
rigirare gusci immaginando
perle
paglierine si potrà ancora?
Si,
svanirà il tempo sospeso di gocce velate
e di
consigli per consolarsi.
Svanirà,
perché al sole anche il dolore
riluce
sul ciglio della strada.
Passerà
anche l’estate pazza
l’autunno
dominante e l’inverno mortifero.
E si
vivrà ugualmente tra poveri famelici
e ventri
sazi.
“Si può
forse ritardare la primavera?” (*)
(*)
l’ultimo verso è di Percy Bysshe Shelley
Barcos à deriva...caos antropológico.
RispondiEliminaUm forte abraço Rosanna(!)
Si, è così! Grazie Arnaldo, un caro saluto, a presto!
Elimina.....infine è sempre la speranza a darci la forza necessaria per sopravvivere in una dimensione di vita, raramente consona, alla sensibilità del nostro profondo...
RispondiEliminaVersi molto apprezzati, un abbraccissimo, Rosanna,silvia
Grazie carissima, nel caos solo la speranza è luce! Un caro saluto e a presto.
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