LETTORI FISSI

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sabato 10 febbraio 2018

LA LOCANDA


Mi piaceva giocare...
per ritrovare ossigeno c'erano eterne scommesse 
vinte e poi  demolite, da  pareti grigie
da pietre impastate poco alla volta


e c'erano mani, mille mani sporche di smanie
che tracciavano  curve.
Di pezzi anatomici imprigionati
si apprezzavano  solo prepotenti particolari
il calore, il taglio.

Ora alle spalle, si sbriciolano sguardi 
si fondono in disegni vorticosi
solo abbozzati
natiche in movimento, figure clandestine 
torture ancora vive.

In piazza all'incrocio di anni inceneriti
seduti alla locanda del mordi e fuggi
uomini, fisionomie quasi uguali.

Alcuni indossano camicie a scacchi
altri solo sigari e fumo.
C’è solidarietà alla locanda
è garantito un menù a prezzo fisso
costi adeguati, nessuna sorpresa
orgasmi brevi
sconsigliata per riposi d'asceta
o per guizzi improvvisi fuori dal corpo...
9/10/2014
r.g.

lunedì 8 gennaio 2018

Adesione invincibile


Da bambina sfidando il gelo andavo per muschio.
Il più compatto in  adesione invincibile era sulle tegole, una  distesa vasta vicino al cielo dalla quale estrarre  colori verdi e abbozzi d' acqua.
Bastava poco allora per  giochi e desideri eternamente uguali.

Il coltello staccandolo ne conservava la forma, delimitava un  lago che a  volte era uno specchio rotto
ed  ero felice,  quando la neve intorno si scioglieva in statue piccole e strane, e affascinata quando  qualcuna quasi tutta nera dolorava pose impossibili.

Ora nei  discorsi col tempo, sfumati  da  atmosfere rosse beneauguranti, ricordo volti, abbracci e palpebre inzuppate d’ombre per germogli appuntiti  tra radici scoperte e piene di nodi, ma il muschio  ha ancora piccoli fiorellini bianchi indomabili come la speranza...

martedì 2 gennaio 2018

PRESEPE D'ANGOLO





Dipinto di Ettore Tito

All’ angolo, dietro le pecore
la metto  sempre  lì
la donna con la brocca d’acqua
antica e vuota statua gigante.
La sua ombra sovrasta  ancora San Giuseppe.

Al centro del mio  presepe
protagonisti  statici osservano misteri
sorride  il bambino nudo e fiducioso
che da sempre  apre  le braccia invano.

Da più di mille anni genitori in adorazione
guardano  abbagli e  luci riflesse.
Sembrano  ignorare che il destino non si ferma mai 
che mille storie  si ripetono  all’ infinito

e utopie emotive e felici risuonano
solo in una unica lunga notte.

L’attesa di pace è una reliquia ingrigita
scandita ancora dal mistero di  canti antichi
regali riciclati, e solo echi di  rintocchi felici…





 

venerdì 17 novembre 2017

DONNE IN OMBRA




Ti ho guardata bene ieri
io come te, donne in ombra
appannati specchi di ieri
intente a cucinare come torte
egoismi misconosciuti nei figli


deluse da ribellioni di pelle
e dall’umiltà delle nostre radici
affannate in doppi lavori
noi bruciamo identità e sogni
nel fuoco spento di fictions televisive

tra oscuri sentimentalismi
e gare podistiche contro il tempo.


Nello specchio del mattino
ritroviamo un’estranea saccente
dallo sguardo vacuo e senza sorriso
ma tu hai ancora la bocca sensuale
che annulla rughe impietose
e io nelle gambe corse compresse
in vene che vogliono esplodere


e quando ci salgono alla bocca parole
non dette per pudore
lo sguardo è dolore sottile
è malinconia
la stessa che guardammo nelle nostre madri
la stessa che ci straniava dalle loro mani.


Ci accomuna amica mia
un sentore di lievi profumi
anni in cui eravamo fragili eppure invincibili
un tempo di rimpianti ancora vivo
che non cede il passo a ricordi sereni


perché oggi
lo stesso desiderio di libertà di ieri
è ancora più ambito
e meno raggiungibile... 

http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=419538