LETTORI FISSI

venerdì 15 febbraio 2019

PROFILI DI RAME



C’è un lato di me che preferisco
che porgo sempre alle foto
coniato da antiche simulazioni
vincolato a essere luna.

Lo sguardo sfugge a un mondo
che dimezzato appare migliore.
Adora il lato l’occhio spalancato...
A lato sfuggono dispetti e smorfie
le parole altrui sono udite flebilmente
a lato scivolano pericoli
nessun nemico intimidisce
nessun amore inibisce
nessuna morbosa curiosità invade
e il rossore al volto deturpa solo a metà.

Di lato il piede ammicca a sentieri invitanti
la vita sfuggente condona commenti
a profili forgiati su medaglie di pietra e rame.

L’occhio spalancato su un lato ha la pelle intatta
il resto negato e tenace residua in ombra.
Se anche ci fosse la luce di un faro
la parte oscura è solo immaginaria, invisibile
e atttrae...

granito

Granito


Qui intorno in apparenza, non c’è 
nessuno
ma io so che mille occhietti puntuti 
mi guardano
sono spilli conficcati 
nei miei movimenti
Sono volti 
incastrati nel pavimento

Nel silenzio della notte,  solo 

il  mio sangue scorre
un rombo e nella retina ho disegni fantastici
vischiose geometrie
il respiro è lento, la pelle calda, la lingua arsa
vorrei solo acqua
un equilibrio gradevole come una coperta liscia
si adagia su di me

Sazia di ciò che ho inghiottito, la 

fame è lontana.
ma una campana batte la mezza ora
e la divisione riappare,
il giorno diviso dalla notte
il letto da un posto vuoto
i  ricordi penosi di questo mio vivere rallentato
nel prima e nel dopo.

Solo con la volontà di un tocco

riavrò la luce, ma le dita ancora 
dormono…

VOGLIA DI SBRICIOLARSI




Non è servito rinchiuderla 
sbocconcellarla pian piano
convincerla che farsi divorare è utile
che il mondo è bello perché dopo la neve
è primavera.
No, lei così pessimisticamente 
indifferente non ascolta, non chiede, non sa
se é più commestibile, l’amore o la paura.
Anche ora, anche ora lei parla sottovoce.

Bellezza dove sei? Tra gli alberi, tra gli aironi che pendono
Come grosse pigne scure, dove? 
Non ti vedo più. 
Nelle pieghe del tempo c’è solo un guinzaglio
che si allunga a dismisura 
agganciato a un cane che urina debolezza
piroettando insistentemente
addosso ai muri, ai tronchi secchi
a fogli bianchi gettati in strada.

Vorrei farlo io, sai? Sciogliermi con disinvoltura
disintegrare tossine e risorgere leggera.
Io che ho una voglia pazza di sbriciolarmi in emozioni
ritrovarmi negli altri, e non vi riesco...

lunedì 28 gennaio 2019

Per ricordare la shoah, una mia poesia recitata da Rodolfo Vettor






Gli uomini sono ferocemente ambigui e illusi che i loro intenti segreti non possano essere compresi.
Gli ebrei sono stati perseguitati con la scusa della razza
per poter togliere loro ogni ricchezza e potere.



sabato 5 gennaio 2019

NUOVO




Avviene sottoterra il processo dell’acqua.
Sembra una cosa seria il proposito
“Anno nuovo, vita nuova”
ma le vacanze finiscono, i bisogni si moltiplicano.
Il caos dei mille impegni ha un vestito
nuovo e antico.
Mi precede lo sguardo e dopo
arriva la mia testa, arriva il mio passo
che rompe il silenzio di una cronologia inversa
e mi volto,  toccando cornici.
Ho trasferito immagini sul legno
e su pareti alte  e bianche
con una tecnica di colle invincibili.
La saggezza della frustrazione
è una cronica ottimistica frase…


sabato 29 dicembre 2018

DIV.



Si spedisce denaro, si compilano schede 
e la notte tace.
Lo spazio delimitato tra due mani 
si può valicare. il mondo conosce mille rimedi all’ansia.
Mi hai guardato con l’anima a nascondino 
impaccio, luci timide negli occhi
nessuna astuzia, o giochi del cuore.
L’amore che emani è calamita

ma tutto è troppo, tutto è lontano.
Difficile per cuori di purissimo cristallo
trovare spazi dove sostare, senza cadere e infrangersi.
Impossibile non sentire la tua tenera malinconia

il timore di non essere accettato.
Tu non consumi mai la disperazione.
Nemmeno sai che vivi
nel cuore inconsolabile di chi ti ama
e scopre il Creatore nella tua croce
fissandola ogni giorno, respirando il tuo dolore.

domenica 21 ottobre 2018

LA DONNA UCCELLO (fantasia)



Il bosco dei suicidi di William Blake con le Arpie

foto: nel dipinto di William Blake il bosco dei suicidi con le Arpie dell'Inferno di Dante Alighieri

C'è un albero sempreverde sotto una pettinatura bianca dai boccoli arrotolati
con perfezione maniacale.
Dai rami pendono impacchettati piccoli doni.
L'acuto sguardo delle scelte li osservò a lungo e qualcuno fu colto,  con stupita diffidenza.
La donna uccello non si lascia mai sorprendere e ingabbiare per sempre.
Dall'alto osservò identità liete di allargarsi in cerchi di vita, repliche di primavere somiglianti ad autunni, brezze tiepide dal rumore d'acqua.

Ma fu quando senti un grande respiro, quello che sopravvive alla vita che la donna uccello volò in  basso presso il monumento ai caduti.
Volò lì, dove furono incise date di vita e morte, dove  tutti furono chiamati con lo stesso nome 
amore, amore, amore...
Era il  tempo confuso d'ore luminose che riempivano un nido vuoto.
La donna uccello fu airone, falco, tortora.
Però da quando  si ritrovò cuculo, da allora, non parlò quasi più, e non tornò più in cima.

"Hai sessantacinque anni passati, come puoi continuare a stare lì in cima?" (Italo Calvino)


sabato 13 ottobre 2018

GRAFFITI PROGRESSIVI




In un colore di terra tra mille pietre,  fucili
e presenze incorporee in numero progressivo.
Ha strani graffiti il cuore di madre
perché piange su una tomba qualsiasi
aggirandosi fra i tumuli dell'esistenza.
Nelle donne il richiamo della vita
è scritto nelle ossa.

La realtà  sospesa dal dolore
accomuna in un silenzioso abbraccio
anime miti che si rinchiudono
nella lucida sfera di un sé annichilito
offeso e fragile
davanti alla crudeltà di uomini
generati solo per amore...