PERDONARE PER VIVERE MEGLIO?
Non è facile da attuare, ma è
l’unica strada che ci permette di ritrovare l’armonia interiore. Abbiamo
sperimentato tutti, nei rapporti conflittuali, quanta sofferenza sentiamo
assieme alla rabbia corrosiva che davvero riesce a torcere i nostri poveri
visceri. Ma prima dobbiamo riuscire ad accettare e vincere la lotta con il
nostro orgoglio che vuole dettare la correttezza dei nostri comportamenti.
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Il perdono vero, non è compreso
in quella frase che si sente spesso: io perdono, ma non dimentico. Infatti la
prerogativa del vero perdono, è la dimenticanza dell’episodio e di chi ci ha
ferito. Come se nulla fosse successo, come se il nostro feritore non fosse mai
esistito. E ricordandolo si riesce a vederlo sotto un’altra luce, a capirne le
ragioni, e ad avere compassione. Il perdono è da sempre una delle condizioni
che portano verso il trascendente, come consigliato da tutte le più illuminate
religioni, il cristianesimo con gli insegnamenti di Gesù in testa.
C’è anche che lo ritiene non
consigliabile, sottovalutando il suo
effetto: F. Nietzsche lo riteneva una
caratteristica delle persone deboli, Freud
dannoso per l’autostima, Schopenhauer
un disconoscimento di esperienze già fatte.
Per attuare il perdono c’è la
condizione primaria di perdonare prima di tutto se stessi. Quando capiremo che come esseri umani siamo
imperfetti, al di là di ogni nostra volontà, riusciremo anche a comprendere le
ragioni altrui. Nel perdono, si cede qualcosa “per-dono” si dona la nostra
compassione agli altri, ma prima lo dobbiamo a noi. A volte servono anni di elaborazione,
ma quando giunge, allora si sperimenta la gioia di vivere.
Una delle tecniche per arrivare
prima ad usarlo, è quello di scrivere la
rabbia provata, in una lettera che non sarà mai spedita al nostro offensore, e
di scriverci dal suo punto di vista la
risposta che vorremmo sentire davvero. È così che si mette in moto una di quelle misteriose
capacità della nostra esistenza. Si dice che pensare in positivo attivi il
cervello a mandare onde che saranno percepite anche a distanza, da chi è coinvolto.
Io credo sia vero. Ho constatato di persona il ribaltamento improvviso di situazioni senza soluzione.
Un’altra meno usata ma di una efficacia
superiore è quella di appartarci nella nostra interiorità e di pregare il
nostro Dio, qualunque sia la convinzione religiosa. Il suono ripetitivo della
preghiera, calma e produce le onde theta, quelle del benessere interiore, del
rilassamento mentale e della guarigione spontanea. Un’altra ancora, è quella di
capire che il nostro Dio vuole dirci qualcosa attraverso il nemico, vuole
mostrarci ciò che dobbiamo cambiare della nostra esistenza, in continuo
divenire.
6/9/2012
Credo che non sempre si riesca a perdonare...forse dipende dall'entità del danno, e conseguente dolore subito, o dalla gravità del suo sfondo psicologico, in grado di toccarci fino quasi a bucare le nostre viscere....allora credo che il risentimento rimanga ancorato al nostro io, non permettendogli di superare quell'ostacolo così presente nel cammino della vita....
RispondiEliminaElaborato molto apprezzato per il valido contenuto e lo stile.
Buona domenica, mia cara, silvia
Grazie Silvia, vedo solo ora. Un abbraccio e buona serata!
RispondiEliminaBellissimo post di grande valore cognitivo ed istruttivo che guida nella complicata strada del perdono. Condivido pienamente il contenuto che, se compreso, può veramente aiutarci a vivere meglio. Ottimo l'uso delle onde theta per addentrarci in quel mondo spirituale dove si comunica senza l'uso di parole e si comprende anche ciò che materialmente sembra impossibile.
RispondiEliminaAuguri per una Buona Epifania
Grazie per avere apprezzato Giorgio. Buon Anno anche a te. Un caro saluto.
RispondiEliminaCiao! vedo che sei tornata e con un bell'argomento. Perdonare? A volte viene più facile, a volte si comprende ma è difficile dimenticare... L'importante, credo, sia non essere noi a causare agli altri dolore perché vogliamo punirli o, anche, per semplice ignoranza (bullismo intendo dire). Buon Anno a te e a tutti!
RispondiEliminaGrazie Susanna! Sono stata assente a lungo ma ora spero di riprendermi. Hai ragione, a volte abbiamo bisogno di essere perdonati, per le motivazioni che hai detto e non solo. Un caro saluto, a presto!
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