Vicino
al fiume la terra è esplosa
come fra
incontri di corpo e unghie…
C’è riverbero d’argento su sassi dilatati e rotondi
C’è riverbero d’argento su sassi dilatati e rotondi
La noia,
quella delle stagioni
si
drizza in piedi
ubriaca
all’inizio, poi tace e mi segue
imbevuta
di luce e ricordi.
Nel
fango rappreso mille detriti
e
creature in frantumi
la
strada è sabbia e ossa d’alberi
il passo
affonda
e inciampa in radici divelte.
Accanto all'acqua un tronco arso offre ristoro
al
cammino diseguale di larve e cicale
nomi e
volti scomparsi
bottiglie
vuote brillano d’un verde ostinato
interrate
e ferme come rimpianti.
Creano
un nuovo paesaggio
sacchetti
di plastica senza immondizia:
se l’è
mangiata il fiume in uno slargo d’affetto.
Nella
spiaggia due palloni vicini
uno
rosso gonfio d’acqua
l’altro
bianco pieno d’aria
come un
futuro da gustare
io
calcio l’ultimo che fugge verso la riva
e si
ferma fra orme di cinghiale…