LETTORI FISSI

venerdì 14 febbraio 2020

SULLE CASALINGHE, RAGIONIERI, DATTILOGRAFI E NEGRI UBRIACHI





Immagine di Vauro

Su un sito, in un blog  di cui non faccio il nome, leggo l'invito a leggere, capire e non giudicare riferito a casalinghe, ragionieri e dattilografi.

Testualmente:

"I ragionieri non se ne abbiano a male, e neppure le casalinghe o i dattilografi, ma quando il rumore che odono tutto il giorno è quello dei locali in cui si sono chiusi (locali mentali prima che fisici), e le pene provate sono quelle lette e viste sui telegiornali, distesi sul divano, tra una partita di coppa uefa e l'altra, mentre i bambini e la moglie o il marito, ruzzano intorno, i ragionieri, le casalinghe, i dattilografi non se ne abbiano a male se li invito a non scrivere e a non giudicare coloro che seriamente scrivono, perché se leggono non capiscono, e se giudicano esprimono sentenze che nulla hanno a che vedere con ciò che hanno inteso criticare.


Poi nel contesto di una potente poesia, leggo sempre dello stesso autore:
"Celebro la tua morte Dio, come un negro ubriaco..."


A questo punto mi chiedo, visto l'abitudine del sensibile poeta a delimitare categorie umane: il senso del verso e del brano poetico, è razzismo o discriminazione?

Potrei pensare che si tratti di una svista  o di un rafforzamento dell'immagine poetica, ma perché  definire " un negro ubriaco" se non come immagine di altissimo degrado?
Forse l'uomo chiaro di pelle non si ubriaca? A mio parere bastava  COME UN UOMO UBRIACO e la frase era già comprensiva di disprezzo, senza essere intollerante razzismo.

Quanto all'invito alle casalinghe ecc. sarà discriminazione o solo ignorante supponenza?

Ebbene, visto l'invito a leggere, capire, e giudicare e non rientrando nelle categorie di cui sopra, mi limito a riportare testualmente la definizione di Wikipedia

"La discriminazione: (*)consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi."

Mentre il Razzista è chi individua nei differenti tratti somatici, comportamentali, e di evoluzione sociale, una declamata inferiorità intellettuale, per cui arbitrariamente si sente autorizzato a ridurre in schiavitù la persona, come fosse un animale.

E non è giustificabile nemmeno questo, perché anche gli animali hanno sentimenti e capacità di ragionamento; seppur inferiori, soffrono, gioiscono, si ammalano di solitudine come noi.
Proprio come le casalinghe, i ragionieri, e i dattilografi...
http://alessandria.today/2020/02/14/sulle-casalinghe-ragionieri-dattilografi-e-negri-ubriachi-di-rosanna-gazzaniga/

2 commenti:

  1. Credo che ogni essere, di qualsiasi natura esso sia, debba essere rispettato per quello che è.
    Naturalmente, per quanto riguarda l’umanità, consideriamo che ogni singolo individuo abbia una cultura e, una sensibilità, diverse, ma non per questo non sia in grado di percepire il profondo significato, o la qualità, di un brano che legge, perchè, in quel momento, la sua mente si proietterà sul concetto, di quanto esposto dall’autore,traendone le opportune deduzioni.
    Articolo condiviso, molto apprezzato.
    Buon fine settimana e un abbraccio, cara Rosanna,silvia

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    1. Io credo invece che una persona adulta dovrebbe essere in grado -visto che si permette di esprimere giudizi malevoli e classismo discriminatorio- di utilizzare parole appropriate…ma tant’è, fiato sprecato. Riporto qui una frase di un amico virtuale che mi ha colpito e fatto sorridere:
      “Da una stima di qualche decennio fa, risultava che ci fossero in Italia più o meno dieci milioni di persone che scrivevano un po’ di tutto. Ed ancora non esisteva il web. Adesso che esiste il web, probabilmente sono anche di più. Tra questa massa di persone c’è di tutto, pure coloro che scrivono anche e solo per il gusto di ergersi a giudici e critici di qualcosa.
      Del resto al mondo esistono anche le zanzare, le sanguisughe e pure le mosche…”

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