Sono fragile.
Ho la rassegnata fragilità degli anziani.
Non l’impotenza rugiadosa dei bambini che piangono rabbia
Non quella degli adulti che vibrano frustrazioni.
La mia fragilità è avvolgente
Sicché la primavera mi scalfisce solo di lato
Il verde mi riguarda parzialmente.
Anche in esso io noto la sofferenza, gli steli piegati.
Il mio corpo ostinato decide strane posture
che rifiutano impulsi della mente.
Mi sento arsa dagli anni
la pelle dolorosa è debole rifugio
il mondo muore dentro e fuori
la pausa della maturità è finita
come una ricreazione allegra e troppo breve.
Ora l’attenzione è sgomento
per attimi troppo veloci
e avvolgente è la certezza di uno scorrere precario
fluido, senza soste rigeneranti.
Ho tutto sotto controllo
ma la tenerezza è insofferente a colori statici.
C'è il vuoto dentro
la vita non vissuta
è fatica nello scendere la scala
pietra nel fiume scalfita dall'acqua
è il fragile profumo dell'iris di maggio
è il sapore grigio e umido del già visto…
Il mio corpo ostinato decide strane posture
che rifiutano impulsi della mente.
Mi sento arsa dagli anni
la pelle dolorosa è debole rifugio
il mondo muore dentro e fuori
la pausa della maturità è finita
come una ricreazione allegra e troppo breve.
Ora l’attenzione è sgomento
per attimi troppo veloci
e avvolgente è la certezza di uno scorrere precario
fluido, senza soste rigeneranti.
Ho tutto sotto controllo
ma la tenerezza è insofferente a colori statici.
C'è il vuoto dentro
la vita non vissuta
è fatica nello scendere la scala
pietra nel fiume scalfita dall'acqua
è il fragile profumo dell'iris di maggio
è il sapore grigio e umido del già visto…