FUORI CENTRO
Ti ho messo al centro eppure mi sono dimenticata di te
perché pensavo alla cena.
Non è bastato indietreggiare verso la porta raccogliere il gatto e dargli un bacio
gettare una foglia entrata chissà come per levarmi dalle fantasiose ubbie dell’età
tenaci nuvole serali.
Mi sono dimenticata di te e anche della cena la tua superiorità, la mia arretrata dipendenza
l’enfasi bruciante di abbracci consolatori sono d’un tratto scomparse anche dalla periferia.
Sono stata risvegliata dal fumo che s’alzava dal crepitio della carne, infuocato puzzo
d’emozioni bruciate.
E pensare che solo ieri eri l’effige del sole la mia grande rivincita alle cose incompiute
Oh no, nessuna attesa dovrebbe essere troppo lunga e mai l’aria colma di parole a brandelli come la
memoria...
*
Che strano connubio: parole alte, liriche accanto ad una "cena" prosaica e mediocre. L'alfa e l'omega, non era facile tenerle insieme. Tu ci sei riuscita prima del caffè.
RispondiEliminaGrazie per avere apprezzato la mia riflessione, Enzo! Un caro saluto e a presto.
RispondiEliminaUna lirica prosaica, che leggo più come una splendida poesia. Complimenti per la tua riflessione che ho molto apprezzato. Buona serata, Stefania.
RispondiEliminaGrazie per il graditissimo passaggio e commento, Stefania!😀❤️😀un caro saluto e a presto.
EliminaEstamos sempre a esquecer (cada vez mais).
RispondiEliminaVero, Arnaldo! Grazie per la visita, un caro saluto e a presto!♥️
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