agglomerati di
piume tacciono
intenti a scaldarsi
i nostri giorni accorciati
vibrano nelle mani
nell’aria a metà giornata
mille soli pigolando in ritardo
mille soli pigolando in ritardo
ci parlano di gioie invecchiate.
Con un setaccio, cantilenando
movimenti ritmici
separo sassi ed erbacce
resta soltanto terra buona
una polvere fina,
dove mani e piedi lasciano orme profonde
il seme del prato nuovo attende l’acqua
il sole
ha terrore delle pietre
come fosse memoria che falsa ogni cosa...
come fosse memoria che falsa ogni cosa...
Versi rarefatti ed un finale tagliente che lascia il segno.
RispondiEliminaGrazie Daniele per la visita e la gradita attenzione alle mie riflessioni. A presto e buona giornata.
Elimina