L’ALBERO
DELLA VITA
Svaniscono
sull’anima di nuvole
riflessi
intensi di vanità
e
bagliori di superbia.
L’effimero
non resta.
Nel
giardino del nulla
come
un albero contorto
avvitato
su se stesso
invano
chiedo al vento di passioni
carezze
diritte e calore.
Senza
il sole si può morire
ma
è la voce che irride
piena
di menzogne
insinuandosi
veloce, che fa vivere
aggrappati
ad adulazioni
compiacimenti,
ristagnanti emozioni.
Il
suo abbraccio ha schiantato rami
scavato
rabbioso,
annullato
consapevoli autonomie.
Adesso
buchi nel tronco
sono
riparo per rimorsi
bisce, scacciate dal mondo.
Originali tratti poetici nella descrizione della pulsione della vanità, dalla quale, talvolta ci facciamo trascinare, nel suo dedalo senza uscita...
RispondiEliminaVersi molto belli, buona giornata Rosanna
Vedo ora Silvia, ti ringrazio per l'attenzione, anche se in ritardo! un abbraccio!
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