LETTORI FISSI

domenica 16 febbraio 2020

STRAPPI



Non esce quasi più.
Il pelo che sfuma nel grigio
disegna la cute candida
i suoi sentieri luttuosi.
Da vent’anni ogni tanto urla solitudine
ma si lecca ancora
strappa le unghie coi canini aguzzi
residui puntuti di una fame avida e tenera.
E dorme. Quasi tutto il giorno.
Urla, quasi tutto il tempo residuo.
La gatta anziana, semi cieca
è diventata prudente
e musa, per la donna fantasma
che l’accudisce nel diradarsi dei giorni...


venerdì 14 febbraio 2020

SULLE CASALINGHE, RAGIONIERI, DATTILOGRAFI E NEGRI UBRIACHI





Immagine di Vauro

Su un sito, in un blog  di cui non faccio il nome, leggo l'invito a leggere, capire e non giudicare riferito a casalinghe, ragionieri e dattilografi.

Testualmente:

"I ragionieri non se ne abbiano a male, e neppure le casalinghe o i dattilografi, ma quando il rumore che odono tutto il giorno è quello dei locali in cui si sono chiusi (locali mentali prima che fisici), e le pene provate sono quelle lette e viste sui telegiornali, distesi sul divano, tra una partita di coppa uefa e l'altra, mentre i bambini e la moglie o il marito, ruzzano intorno, i ragionieri, le casalinghe, i dattilografi non se ne abbiano a male se li invito a non scrivere e a non giudicare coloro che seriamente scrivono, perché se leggono non capiscono, e se giudicano esprimono sentenze che nulla hanno a che vedere con ciò che hanno inteso criticare.


Poi nel contesto di una potente poesia, leggo sempre dello stesso autore:
"Celebro la tua morte Dio, come un negro ubriaco..."


A questo punto mi chiedo, visto l'abitudine del sensibile poeta a delimitare categorie umane: il senso del verso e del brano poetico, è razzismo o discriminazione?

Potrei pensare che si tratti di una svista  o di un rafforzamento dell'immagine poetica, ma perché  definire " un negro ubriaco" se non come immagine di altissimo degrado?
Forse l'uomo chiaro di pelle non si ubriaca? A mio parere bastava  COME UN UOMO UBRIACO e la frase era già comprensiva di disprezzo, senza essere intollerante razzismo.

Quanto all'invito alle casalinghe ecc. sarà discriminazione o solo ignorante supponenza?

Ebbene, visto l'invito a leggere, capire, e giudicare e non rientrando nelle categorie di cui sopra, mi limito a riportare testualmente la definizione di Wikipedia

"La discriminazione: (*)consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi."

Mentre il Razzista è chi individua nei differenti tratti somatici, comportamentali, e di evoluzione sociale, una declamata inferiorità intellettuale, per cui arbitrariamente si sente autorizzato a ridurre in schiavitù la persona, come fosse un animale.

E non è giustificabile nemmeno questo, perché anche gli animali hanno sentimenti e capacità di ragionamento; seppur inferiori, soffrono, gioiscono, si ammalano di solitudine come noi.
Proprio come le casalinghe, i ragionieri, e i dattilografi...
http://alessandria.today/2020/02/14/sulle-casalinghe-ragionieri-dattilografi-e-negri-ubriachi-di-rosanna-gazzaniga/

mercoledì 12 febbraio 2020

GLI SCADENTI




In un post di qualche giorno fa, mi è capitato di leggere alcuni giudizi severi su chi nel suo blog, esprime pensieri individuati come poesia.

*- Chi scrive per sfogo è presuntuoso, perché sembra sapere tutto della vita.
– Spesso le motivazioni per creare valide poesie sono insufficienti perché troppo spontanee.
– Il vero poeta si analizza continuamente.
– I bambini non producono poesia, ma solo tenerezza.
– Un poeta se bravo, non pubblica sul web e meno che mai alimenta un blog con le sue poesie.*

Direi di sorvolare sulle affermazioni esposte in quanto si sconfessano a vicenda.
Che cos’è  la poesia se non l’analisi tradotta di un sentimento provato, usando parole e modalità legate al proprio vissuto?
Quindi, sempre dal mio punto di vista, non v’è nessuna presunzione nei poeti o pseudo tali, ma spontaneità, richiesta di attenzione e di amicizia. Ovviamente con le dovute eccezioni…

La poesia nasce o dovrebbe nascere dalla spontaneità di un sentimento ed è espressa con la modalità tecnica più affine al proprio percorso culturale, statico o in evoluzione.
Ovvio che lo studioso, l’intellettuale produrrà –a suo parere- opere perfette.

Però la perfezione è un motivo valido per dispiacersi di chi espone con parole banali l’emozione, il turbamento provato, lo sfogo, per la rottura della tranquilla routine del vivere?
Teniamo presente che la perfezione poetica, quasi sempre è riconosciuta postuma.

Considerando la natura umana, l’io che si sfoga ha reazioni, espressioni e modalità comuni a tutti, anche ai non acculturati, anche ai bambini. Spesso è davvero poesia che commuove e lascia echi.

C’è una poetessa ad esempio che ha raccolto gli spunti poetici dei bimbi di una classe IV e V elementare multietnica di Milano, ai quali tenne un corso di espressione: Chandra Livia Candiani. Il libro è Ma dove sono le parole?

Sono convinta che le parole trasmesse da chi scrive sui blog, non discendano sicuramente dalla presunzione di avere in tasca la verità, essendo questa relativa alla propria esperienza. Per essere comunicata è sufficiente la sensibilità di chi legge e l’umiltà di chi scrive.
La cultura agevola l’espressione dei propri sentimenti e segna le  modalità differenti della tecnica usata. Però la poesia non è pura tecnica.
Il disprezzo,  la critica severa, non s’addice e  stride quando viene espressa dal poeta, perché trasmette la perdita dell’empatia, dell’umiltà. Non dimentichiamo che l’umiltà facilita i rapporti umani…

La critica forse dovrebbe restare prerogativa asettica del critico letterario che  privilegia nella analisi dei testi la tecnica usata.
Concludo compiacendomi della democrazia in cui viviamo che tutela “gli scadenti” perché anch’essi hanno diritto alla libertà d’espressione.
5/2/20

martedì 3 dicembre 2019

SU DI NOI


La vita passa su di noi, ci arricchisce e ci spoglia nello stesso momento
perché le fragili e infinite  barriere dell'esperienza crollano davanti alla freschezza dei sentimenti. 
La percezione acuita nel tempo, ci dona sicurezza.




domenica 1 dicembre 2019

LAMENTO STRANO





Mi hanno lasciato il segno i tuoi anni
mi hanno invasa come una malattia.
E qualche volta colano dagli occhi
messi subito in fuga
da un lamento strano 
rabbia, gatto o uccello, chissà...

Ogni attimo vissuto è un volo alternato
tra rimpianti  e desideri.


venerdì 15 novembre 2019

L'UCCELLINO CIECO






uccellino cieco

Accoccolarsi nella mano che schiude una serratura
con ingenuità  scambiarla per un rifugio sicuro
confondere una massa grigia, (ombrello, ala?)
scrutare la pelle ricamata  di speranza  e poi fidarsi...

Solo un piccione cieco lo può fare
solo una vecchia  illusa lo può accogliere.

Nella zuppa autunnale si mischiano
improbabili risoluzioni, vedute ed equivoci.

Non c'è spazio per voli in diagonale
nel groviglio di toni grigi che scorrono nelle vene.
Si può solo deporre la tenerezza su un ramo alto,
guardare con meraviglia lo sbattere d'ali 
insicuro ma sincronico
di un povero uccellino di novembre
confuso dalla pioggia...






martedì 22 ottobre 2019

Tutti mentono




So che tutti mentono, qualcuno in modo lacerante,  qualcuno innocente come un respiro costruisce frasi-grovigli che si alternano tra esalazioni e indugi d’essere.

E sembrano senza peso certe parole,  fulmini luminosi  alcuni gesti, ma la mente, i denti,
le labbra, conoscono  la  grande risata del disincanto che colora il tramonto schiudendo verità banali.
Non è mia la verità,  non è mio ciò che ambisco essere, e nemmeno a me appartengo.
Però tutti, quando si sorridono e mentono vivono un meraviglioso alternarsi di buio e luce.




sabato 19 ottobre 2019

L'EREMITA



Di lui, dicono dormisse sulla roccia
ma il letto di sabbia ha ombre, impronte
e attorno  ci sono tonfi selvatici e  spinosi
urla di lupi e un ruscello
gorgogliante preghiere.

Una corda a nodi grossi mi aiuta a salire
l’ enorme pietra rotonda
fa scivolare indietro ogni vita.
C’è del calcare sulla roccia
e acqua piovana,  non certo lacrime.
L' assenza di conflitti è pura gioia o anestesia?


Ci si  sfinisce a volte
cercando di reinventarsi
alibi d’infinito e nuovi bisogni
come fosse il primo passo d’addio
alla meraviglia irripetibile di questo esistere...

La statua antica illuminata d’ocra e cava
ha occhi spalancati e sereni.
Non ha freddo
non ode preghiere
ignora emozioni e sorrisi.
E' flessa 
però i suoi occhi sono rivolti al cielo… 

16/10/2019