Agnes Herczeg, legno e ricamo.
Una gomma strana
che nessun dolore
annuncia
sfuma contorni
rispettando la par condicio destra e sinistra
toglie un poco di rosso a labbra
il castano ai capelli
l'ocra alle mani e luce all’incarnato
mi vuole evanescente e bianca
tatuata e inguardabile.
Sono un pioppo d’argine
scarno di foglie fiammanti, oscillo al freddo
scarno di foglie fiammanti, oscillo al freddo
diversa e già smemorata
di sguardi curiosi che si impigliano su me
di sguardi curiosi che si impigliano su me
come pungenti unghie di gatto su fragile seta.
Coriandoli dalle mani risalgono braccia
si uniscono
discutono accordandosi per ambigui decori
discutono accordandosi per ambigui decori
lasciano addosso sentieri, mancamenti azzurrini
improvvisi vuoti
come neri buchi stellari
come neri buchi stellari
Sfuggo così da perfezioni, sogni colorati
ambizioni impossibili
e mi allontano dagli altri a piccoli balzi
distanze e assenze sempre più
lunghe...
Un'autoanalisi del momento, intinta in immagini dotate di ermetismo poetico,
RispondiEliminache donano allo scritto un indefinibile fascino
Sempre notevoli i tuoi scritti, un abbraccio carissima,silvia
Grazie Silvia per la tua attenzione alle mie riflessioni. a presto è buona serata.
RispondiEliminaComplimenti davvero toccante, concordo con le parole di Silvia un'autoanalisi molto suggestiva e coinvolgente.
RispondiEliminaGrazie Daniele, gentilissimo, buona domenica a te.
RispondiEliminaUn'autoanalisi molto ricca ed esplicativa dell'interiore che assorbe
RispondiEliminal'io della poetessa. Un versificare molto suggestivo ed affascinante. Un cao saluto Rosanna, Grazia!
Ti ringrazio per l'attenzione Grazia, gentilissima come sempre! a presto.
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